STATO E PMA: GALLO, "VIOLATI I DIRITTI DEI CITTADINI"

Violati ai cittadini i diritti fondamentali di assistenza. Lo stato dovrebbe garantire pari accesso alle cure. Lo prevede la Costituzione, eppure in Italia, ancora oggi, non è così. Qui di seguito la dichiarazione del 18 maggio 2016 di Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica soggetto costituente il Partito radicale.

"La ricerca del Censis e della Fondazione Ibsa sulla procreazione medicalmente assistita dimostra ancora una volta come gli italiani siano culturalmente molto più avanti della politica per quanto riguarda l'accesso a questa tecniche fecondative anche per single e coppie omosessuali, ma anche sulla gravidanza per altri, cioè sul cosiddetto 'utero in affitto' che secondo il presidente della Cei rappresenterebbe una sorta di apocalisse”, a dichiararlo il segretario dell'Associazione Luca Coscioni, Filomena Gallo, che questa mattina ha preso parte alla presentazione della ricerca 'Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma' “Inoltre - continua Gallo - emerge chiaramente che l'età delle coppie che cerca di avere un figlio è più alta rispetto al resto d'Europa e che affidarsi alla sanità pubblica è sempre più difficile per via dei pochi centri nel sud Italia e di lunghe liste di attesa al nord, con costi poco sostenibili per le coppie. Tutto ciò indica un problema di welfare e di assistenza, con palese violazione di diritti fondamentali in uno stato che dovrebbe rimuovere gli ostacoli al rispetto dei diritti dei propri cittadini. Questo prevede la Costituzione". 

"A 12 anni dall'entrata in vigore della legge 40 che dovrebbe disciplinare l'applicazione in Italia delle tecniche di Fecondazione assistita - spiega ancora il segretario dell’Associazione Coscioni - la situazione nel nostro Paese è certamente cambiata. Alcuni divieti, infatti, sono stati rimossi a seguito di ben quattro interventi della Corte Costituzionale. L'assenza totale di iniziativa politica su questi temi evidenzia però la mancanza di volontà politica di rendere effettivamente accessibili e applicabili queste tecniche, sia omologhe che eterologhe. Non viene rispettato, infatti, il principio di equità nell'accesso alle cure per i pazienti infertili o sterili, che devono fare i conti con il tempo che passa, abbassando le possibilità di riuscita, e con costi troppo altri per un paese in cui il federalismo sanitario è sempre più causa di disuguaglianze. Mancano, inoltre, campagne informative, mentre la legge 40 vieta ancora l'uso per la ricerca di blastocisti non idonei per una gravidanza e l'accesso a queste tecniche di fecondazione assistita per i single e per le coppie dello stesso sesso: divieti incomprensibili e da rimuovere.  In un paese democratico dovrebbe infatti essere ampliato l'esercizio di libertà che corrispondono a diritti riconosciuti dalla Costituzione, che sancisce per tutti i cittadini pari accesso alle cure. Negare tutto ciò significa negare l'esistenza di uno stato di diritto. E' giunto il momento che il Governo dica basta a strumentalizzazioni e trattative a ribasso sui diritti, e rimetta al centro la vita reale delle persone", conclude Filomena Gallo.

Fonte: comunicato Gallo, associazionelucacoscioni.it

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