La scelta del centro PMA: il ruolo del laboratorio
Maria Giulia Minasi, Responsabile del Laboratorio di Medicina della Riproduzione dell'European Hospital di Roma, spiega il ruolo e l'importanza che rivestono le caratteristiche del laboratorio, nella scelta del centro di riferimento a cui la coppia si rivolge per la procreazione mediamente assistita. Scegliere il centro di fecondazione assistita può, infatti, essere difficile per chi si avvicina per la prima volta al mondo dell'ivf. Il percorso può rivelarsi destabilizzante e complicato: in questa video intervista, la dottoressa Minasi descrive le caratteristiche fondamentali che dovrebbero guidare questa scelta.
“Ritengo che sia importante fare una valutazione del medico e che si instauri un rapporto di fiducia e di comprensione reciproca tra lui ed il paziente", commenta nell’intervista Maria Giulia Minasi, “Ma è importante valutare anche il laboratorio perché, a differenza delle altre discipline mediche, il ruolo dell’embriologo clinico è fondamentale per ottenere un trattamento di successo. Il personale biologico nel laboratorio deve essere adeguato in numero e anche scientificamente aggiornato e preparato. In laboratorio abbiamo l’obbligo di effettuare continuamente valutazioni. Io, come responsabile di laboratorio, monitorizzo l’efficacia delle tecniche delle persone che lavorano sotto di me e anche le mie. Abbiamo un registro biologico in cui segniamo le nostre procedure e periodicamente controlliamo di mantenerci al di sopra degli standard fissati, in modo da non scendere, in termini di risultato.
L’altro aspetto fondamentale in un laboratorio è costituito dalle apparecchiature. Per crescere nelle condizioni ottimali, gli embrioni hanno bisogno di condizioni completamente diverse da quelle che ci sono nell’atmosfera. “Se io mi chiudessi dentro un incubatore”, prosegue nel video la Minasi, “probabilmente nel giro di pochi minuti non sopravvivrei, perché il livello di ossigeno è più basso, la quantità anidride carbonica, che per noi è tossica, è più alta e anche la temperatura è diversa da quella che abbiamo nell’atmosfera. Nel laboratorio, devo avere un numero di incubatori adeguato al numero di cicli che effettuo. Se un centro è dotato di pochi incubatori, è inevitabile che metta più pazienti nello stesso incubatore.
Il problema è che per fare delle operazioni su un embrione (come ad esempio per cambiare terreno, per controllarne la crescita, per fare le icsi e, in sostanza, per fare tutto quello che è necessario), dobbiamo aprire gli incubatori. Se io ho più pazienti nello stesso incubatore, ogni volta che lo apro, le condizioni interne si perturbano. Immaginate l’incubatore delle dimensioni di un frigobar, o anche più piccolo, che ogni volta che viene aperto ha un completo scambio con l’aria esterna. Con un numero elevato di incubatori a disposizione, invece, posso distribuire gli embrioni nei vari incubatori e l’effetto di queste operazioni "di disturbo" resta limitato. Idealmente, bisognerebbe avere una camera di incubazione per ogni coppia, di modo che questa si possa fare carico solo delle proprie aperture dovute alla gestione del proprio embrione, e non anche di quelle del vicino. Per questo è importantissimo che anche la quantità di attrezzatura a disposizione degli embriologi sia proporzionata.
Questo vale per tutte le apparecchiature che si utilizzano: se un laboratorio è ben attrezzato questo consente un miglior flusso del lavoro e, quindi, anche una tempistica dei trattamenti ideale, in proporzione al numero di cicli che vengono effettuati in quel laboratorio.
Si tratta di una valutazione imprescindibile che dovrebbero fare le coppie. Il laboratorio è il cuore del tutto e la sua efficienza è fondamentale per ottenere buoni risultati”.
