Temporary mother: un libro sul mercato dell’utero
9 giugno 2016
Ogni anno nel mondo nascono migliaia di bambini con la pratica dell’utero in affitto. Si stima che siano almeno 2mila negli Stati Uniti, con un incremento annuo di oltre il 200 per cento. Il giro di affari della “riproduzione che è diventata produzione”, per usare le parole dell’autrice, “in cui le donne affittano il loro corpo e i bambini vengono messi in vendita” supera già i 3 miliardi di euro.
“Quello che ti viene tolto”, scrive la Terragni, “la libertà di fare i figli quando c’è il desiderio e il corpo è naturalmente fecondo, ti viene riproposto confezionato in forma di neodesideri e neo-diritti: diritto a un bambino anche quando non arriva, diritto alla “genitorialità”, diritto a riprodursi senza contatti con l’altro sesso. Basta che paghi. Possiamo comprare i figli che non ci è consentito avere”.
"Temporary mother" è provocatorio ed è scritto da una giornalista, il cui profilo Facebook è stato segnalato come omofobo e addirittura censurato in seguito al suo post: “Se una donna è una "cosa" che si può affittare, tutta o in tranci, la si può anche bruciare, vetriolare, uccidere". Un libro sovversivo su cui riflettere.
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