Indipendenza Catalogna e cliniche della fertilità
17 ottobre 2017
L’indipendenza rivendicata dalla Catalogna non è ancora stata riconosciuta formalmente a livello internazionale. Se mai accadrà, come ha fatto capire ufficialmente la UE da Bruxelles, è necessario che tutti gli stati europei la riconoscano tale. In tal caso, è comunque probabile che la nuova entità statale autonoma che si formerebbe non faccia parte dell’Unione Europea, almeno in un primo momento, anche se tutti i suoi cittadini, in quanto spagnoli, sono già cittadini europei. Inizialmente, vi sarebbe anche un periodo di transitorietà giuridica, secondo cui le leggi spagnole verrebbero adottate in toto dalla Repubblica Catalana. È chiaro che sono numerosi gli aspetti che la legislazione dovrà approfondire nel caso la Catalogna ottenga l’indipendenza, ma cosa accadrebbe nell’ambito della fecondazione assistita?
La Spagna gode di alcune leggi che non prevedono limiti per quanto concerne il trattamento riproduttivo, ad eccezion fatta per l’utero in affitto. Non rappresenta, infatti, un problema l’età di chi richiede questi trattamenti, la situazione di single, sposati o coppia di fatto, l’inclinazione sessuale e nemmeno il tipo di gameti necessari, per cui quando quelli della coppia non sono disponibili, è possibile ricorrere all’eterologa.
Secondo Mirieia Folguera dell’Institut Marquès e Rita Vassena, del Gruppo Eugin, intervistati da Wired, nel breve tempo, nessuno scenario potrebbe cambiare la situazione in cui le cliniche operano oggi. Va considerato, però, che a Barcellona vi sono 33 cliniche IVF, di cui 27 private. Restano, pertanto, da capire le ricadute che potrebbe avere l’indipendenza della Catalogna in un percorso di fecondazione assistita fatto nell’ambito della sanità pubblica che, al momento, è aperto a tutti i cittadini della comunità UE.
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